Ecco il miglior Sistema per contare di più in Europa |
di Fabio Terni
I progetti italiani di ricerca vanno scritti a quattro mani, e tre di queste devono essere europee. In questo incipit, che può assumere connotati assurdi o mitologici, c’è in realtà una chiave di lettura semplice. Per il nostro Paese è strategico armonizzare sempre più i progetti nazionali di ricerca con quelli comunitari.
Dobbiamo riuscire a definire i programmi prima di tutto condividendo una maggiore coerenza e coesione interna (un solo tavolo e una logica di sistema sono preferibili a cento campanili). Poi, dobbiamo tenere come punto di riferimento le strategie comunitarie: pur nel rispetto delle nostre specificità, si tratta semplicemente di riscrivere quanto è già stato scritto a Bruxelles, soprattutto se con orizzonti temporali di medio o lungo periodo (2020 e 2030).
Uno dei comparti che sembra aver già adottato - e con buoni risultati - un percorso di allineamento a questi requisiti è proprio quello dell’energia.
Lo scorso 29 febbraio, una giornata di studio e di confronto con le principali istituzioni nazionali (tra cui il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Autorità, il GSE, Confindustria Energia) ed europee ha permesso a RSE di fare il punto sui risultati di un triennio di Ricerca di Sistema.
Nel prestigioso parterre del Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano sono stati così evidenziati i contributi offerti da RSE alle politiche energetiche comunitarie e sono stati presentati 25 prodotti, identificati come Emblematici per la loro capacità di presidiare i pilastri dell’Energy Union e di offrire concrete ricadute sul Sistema Paese. [...]
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