Ferrari: “Zero infortuni? Non è un traguardo impossibile”

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di Davide Canevari


G.B. FerrariSafety e security. Anche se in italiano i termini anglosassoni possono essere (sommariamente) tradotti con la medesima espressione “sicurezza”, non sono affatto sinonimi. A differenziare i due concetti, in maniera sostanziale, è lo scopo che si pre- figgono di raggiungere.



La safety si occupa di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, di prevenzione dei danni e degli inconvenienti derivanti da infortuni, di malattie professionali...
La security invece si concentra sulla inviolabilità del posto di lavoro: in sostanza la prevenzione dai furti, dagli accessi non autorizzati, dalle intrusioni, dei reati contro il patrimonio e dei reati predatori (che, sempre di più, rischiano di passare dalla rete). Volendo fare una semplificazione estrema, ma simbolica, la safety “indossa” il casco giallo e le scarpe antinfortunistiche; la security la divisa del servizio d’ordine
.
La differenza di obiettivo delle due branche è spiegata anche dal fatto che, di solito, nelle aziende strutturate la gestione dell’una e dell’altra è affidata a figure professionali diverse. La safety di norma è gestita dal Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP), mentre la security è gestita nelle grandi aziende dalle risorse umane o da strutture appositamente dedicate; in quelle medio piccole direttamente dal titolare o da chi sovrintende alla produzione. [...]



Nuova Energia
ha incontrato G.B. Ferrari, direttore generale della divisione Power Systems di ABB, per approfondire il punto di vista di una multinazionale del settore energia e automazione, in particolare per quanto riguarda gli aspetti della safety
.


Partiamo da una sigla nella quale ABB sembra credere molto: SOT. Di che cosa si tratta?
**È l’acronimo di Safety Observation Tour, ovvero una visita mirata sui luoghi di lavoro che ci vede impegnati, al fine di monitorare la situazione generale, verificare la corretta applicazione delle linee guida sulla sicurezza, identificare la presenza di eventuali anomalie che possono produrre incidenti durante la normale attività lavorativa.


Il suo punto di forza?
**L’approccio non è solo “ispettivo”, una sorta di verifica dall’alto e dall’esterno. Vuole anche (forse soprattutto) essere un momento condiviso di incontro, di ascolto, di confronto, di formazione bidirezionale in cui anche chi effettua la visita può imparare qualcosa. La sicurezza - soprattutto in un luogo come un cantiere, in continua evoluzione e dal quale transita una pluralità di lavoratori - passa prima di tutto attraverso il comportamento delle singole persone. [...]

©nuovaenergia

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