a cura di DoctorEnergyPlus
È ormai opinione diffusa - rafforzata dalle domande di alcuni lettori - che il fotovoltaico senza incentivi non rappresenti più una scelta conveniente. In altre parole, oggi non varrebbe più la pena (e la spesa) di installare un impianto FV (per lo meno a livello di utenza industriale). Vogliamo qui mostrare che questa convinzione è generalmente sbagliata. Inutile entrare nell’annosa questione degli incentivi sì, incentivi no, o rimpiangere un sistema di supporto ormai tramontato.
Oggi gli incentivi non ci sono più e con questa realtà bisogna fare i conti, anche se continuiamo a godere di un beneficio indiretto della loro applicazione negli anni passati. Ieri hanno infatti contribuito a ridurre i costi della tecnologia rendendola oggi accessibile a tutti. Se infatti nel 2008 acquistare un impianto domestico da 3 kWp poteva costare 20.000-22.000 euro, oggi lo stesso impianto si attesta tra i 7.000 e gli 8.000 euro. Gli incentivi, dunque, hanno fatto il loro dovere.
Detto questo, sul piatto della bilancia (economica) sono stati tolti gli incentivi, ma sono anche entrate in gioco le detrazioni fiscali, di cui però può beneficiare solo l’utente privato. E questo ha ingenerato la convinzione che sull’industriale non ci sia più mercato. La nostra risposta al riguardo è semplice: non è vero che il FV funziona solo nelle case!
È chiaro che il fotovoltaico domestico farebbe davvero fatica a stare in piedi senza una congrua detrazione fiscale. Al cittadino un impianto FV conviene perché permette di auto-produrre l’energia elettrica e di ridurre di conseguenza il costo della bolletta energetica: produco corrente e quindi non l’acquisto. Maggiore è la capacità di autoconsumo, maggiore è la convenienza di un impianto fotovoltaico.
Mediamente una famiglia è in grado di auto-consumare il 30-40 per cento dell’energia prodotta da un impianto correttamente dimensionato per i propri consumi. Questo perché normalmente nella fascia centrale della giornata, quando è maggiore la produzione di energia dell’impianto fotovoltaico, i consumi familiari sono ridotti al minimo. Viceversa, nella fascia serale, quando l’impianto non produce energia, il consumo è maggiore. Il sistema dello scambio sul posto - che tecnicamente consente all’utente la compensazione tra il valore economico associabile all’energia elettrica prodotta e immessa in rete e il valore economico associabile all’energia elettrica prelevata e consumata in un periodo differente da quello in cui avviene la produzione - permette di ovviare solo in parte a questo inconveniente.
Semplificando, tutta l’energia che non sono in grado di consumare istantaneamente mi viene conguagliata con quella che acquisto. Il valore del contributo di scambio si attesta mediamente a circa 12/14 centesimi di euro e quindi ad un valore più basso rispetto al prezzo di acquisto dell’energia. Questo ci permette di evidenziare ancora una volta la maggior convenienza dell’autoconsumo e proprio la detrazione fiscale, di cui usufruiscono gli impianti domestici, permette di ovviare alla loro ridotta capacità di autoconsumo.
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Siamo alla quinta tappa nel percorso che Nuova Energia ha scelto di intraprendere con DoctorEnergyPlus, società attiva nel settore dell’efficienza energetica. lo spunto da cui è nata l’iniziativa è stato quello di trasferire l’esperienza diretta e maturata sul campo da un operatore del comparto, così da poter tradurre nel modo più concreto e immediato possibile i molti temi del comparto energy. Non si parla, dunque, dei massimi sistemi, ma di casi concreti ed esempi applicativi reali.
Dopo aver affrontato il tema dell’efficienza energetica (numero 1|2013) in particolare attraverso l’utilizzo dei LED, del monitoraggio degli impianti alimentati da fonte rinnovabile (numero 2|2013), della manutenzione (numero 3|2013), dell’illuminazione in “affitto” (numero 4|2103), è ora la volta della “seconda giovinezza” del fotovoltaico in Italia.
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Ben diverso è il caso delle industrie, che hanno consumi coincidenti con la produzione di energia dell’impianto fotovoltaico. Se l’impianto fotovoltaico è correttamente dimensionato, è possibile quindi per questi utenti auto-consumare tra il 60 e l’80 per cento del’energia prodotta, consentendo un rientro dell’investimento in un periodo inferiore ai 7 anni. Anche in assenza di agevolazioni fiscali. Recentemente abbiamo analizzato diversi casi e tutti hanno confermato questa ipotesi.
Non va però trascurato, e anzi deve assumere sempre più importanza, il corretto dimensionamento dell’impianto. Eventuali problemi nascono dal fatto che spesso chi propone un impianto pensa a “riempire” il tetto, a prescindere dalle effettive esigenze; cosa che fa gioco all’azienda installatrice ma non necessariamente al cliente. Occorre quindi affidarsi a professionisti seri che sappiano valutare correttamente il fabbisogno energetico.
A queste condizioni non è sbagliato affermare che oggi il fotovoltaico conviene più che in passato. Producendo energia elettrica posso ridurre la spesa per la bolletta e risparmiare (questo per un'azienda significa anche essere più competitiva) e i benefici economici e ambientali che ottengo dall’impianto fotovoltaico non gravano sulla collettività, che non deve più assorbire i costi per gli incentivi.
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