Siamo un Paese con la memoria corta che ancora si meraviglia candidamente (o per lo meno finge di farlo) di ciò che sta succedendo, scordandosi di ciò che è già successo o di quello che era stato ampiamente previsto. Facciamo il nostro consueto salto indietro di 20 anni; ed ecco l’ennesima conferma. Siamo in piena bufera Tangentopoli e questo clima di fondo non condiziona solo la politica ma anche l’energia, protagonista quasi solamente nelle aule giudiziarie.
Terremoto politico per portare il Paese fuori dall’emergenza. Carlo Azeglio Ciampi chiamato a far fronte a una situazione per molti versi eccezionale. Una task force per l’economia. Rifiuto in extremis di Monti. Governo dei professori, undici debuttanti. (Corriere della Sera, 29 aprile). Un paio di settimane prima, per l’esattezza il 14 aprile, il Sole 24 Ore aveva pubblicato un articolo che meriterebbe di essere riproposto in prima pagina “a reti unificate” (ovvero su tutti i quotidiani) domani stesso. Fermarsi, guardare, ascoltare. La crisi politica e morale dell’Italia può essere superata solo evitando la rissa e usando la ragione. I provvedimenti non devono essere superficiali o affrettati, ma frutto di uno sforzo comune. Fermarsi vuol dire innanzitutto evitare la rissa.
Tra i due articoli citati l’Italia aveva anche trovato il tempo di andare ai referendum, che erano stati esaltati, quasi osannati dalla stampa come una meravigliosa sterzata verso un nuovo e radioso futuro. La svolta del 18 aprile. Trionfo dei sì, nasce la nuova Italia. Il verdetto dei referendum avvia la grande riforma. Segni: ora la Repubblica è dei cittadini. E adesso ricostruiamo. Ha vinto la rabbia degli italiani, ha perso il vecchio e marcio dei partiti (Corriere della Sera, 20 aprile).
Terremoto (oggi si direbbe tsunami)? Italia in emergenza? Professori al posto dei politici? Necessità di fare fronte alla responsabilità politica evitando le risse? Accantonamento del vecchio sistema dei partiti? Cittadini pronti a riappropriarsi dell’Italia? Come volevasi dimostrare: non c’è nulla di diverso rispetto a quanto stiamo vivendo (e ci stiamo raccontando) in questi mesi. Per inciso, anche allora la domanda di energia elettrica era in una fase di pesante contrazione (Consumi: -3,5 per cento a febbraio, Sole 24 Ore, 2 marzo), ma questa è solo una curiosa coincidenza.
Quante promesse disattese e premesse colpevolmente trascurate!
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