Quanto è difficile il cammino dell'energia |
di Edgardo Curcio
Il mercato dell’energia in Italia è in crisi profonda. Questa prima e laconica constatazione trova conferma nella seconda: nel 2012 tutti i relativi dati risultano negativi. In dettaglio, la domanda è in calo del 2 per cento rispetto al 2011 che era già un anno negativo. La produzione di quasi tutti i settori è diminuita, mettendo in difficoltà le imprese energetiche.
Il settore della raffinazione soffre di sovracapacità ed oltre ad avere in molti comparti margini negativi, vede la chiusura di molte raffinerie italiane che soffrono, da un lato per la caduta dei consumi dei prodotti petroliferi in Italia, e dall’altro lato la concorrenza di nuove grandi raffinerie asiatiche che possono vendere a prezzi più bassi.
Il settore termoelettrico soffre sia della caduta dei consumi elettrici, da un semestre in continua discesa, sia della concorrenza delle fonti rinnovabili che “spiazzano” le fonti fossili nelle ore di punta in quanto soggette a priorità di dispacciamento. Molti importanti gruppi di centrali termoelettriche lavorano così al 50 per cento, non raggiungendo margini positivi a fine anno.
Passando al gas, il settore risente, come molti altri, di prezzi troppo alti che ne penalizzano il consumo, crollato nel corso degli ultimi mesi del 10 per cento circa. I carburanti non vanno meglio, stretti come sono da una continua erosione dei consumi dovuta alla crisi e da un progressivo aumento di prezzi a causa delle elevate quotazioni internazionali del greggio e di una tassazione tra le più elevate in Europa.
Anche le fonti rinnovabili non hanno vita facile, nonostante vedano ancora una forte crescita della produzione. Le incertezze regolatorie e la mancata approvazione di un quadro certo sugli incentivi ne minano lo sviluppo, con una caduta degli investimenti. Altri aspetti del quadro energetico italiano non proprio confortanti.[...]
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