di Fabio Terni
Il tema energia occupa sempre più spazio nelle rassegne fieristiche internazionali, e più in generale sui mass media. Quali le cause di questo crescente interesse?
Sicuramente l’interesse in forte aumento è determinato dall’evidenza – ormai chiara a tutti – che sia necessario appoggiare politiche di tutela dell’ambiente. Forti e in tempi brevi. Perché tutti noi siamo coinvolti negli effetti disastrosi della scarsa attenzione alla salvaguardia energetica e al risparmio di risorse primarie. Inoltre, negli ultimi anni, agli appelli di scienziati e studiosi si sono unite le prese di posizione di numerose organizzazioni internazionali e le iniziative sviluppate e portate avanti coralmente dai Paesi più industrializzati. Tutto ciò ha dato una forte eco alla problematica.
La realtà energetica di fronte alla quale ci troviamo è decisamente complessa e difficile da spiegare per le sue implicazioni geopolitiche, tecnologiche e sociali. Una corretta informazione può aiutare a superare gli ostacoli attuali? E ritiene più importante comunicare ai decisori o ai cittadini?
Una buona informazione è basilare per poter creare (anche) una corretta sensibilizzazione verso i temi in questione; temi complessi ma anche di interesse per chiunque abbia a cuore la qualità della vita propria e quella dei propri figli. In questo senso, ritengo importante coinvolgere decisori, istituzioni e privati cittadini, calibrando i messaggi secondo le specifiche competenze e capacità di comprensione.
Proviamo a considerare i principali mezzi di comunicazione: web, carta stampata, televisione, eventi fieristici e convegni. Quali sono secondo lei i punti di forza, le eventuali debolezze, le possibili sinergie, quando i temi da trattare sono quelli dell’ambiente, dell’energia, dello sviluppo sostenibile?
In questi ultimi anni l’interesse verso le problematiche di risparmio energetico e di salvaguardia dell’ambiente ha avuto una forte accelerazione, anche grazie alla cassa di risonanza rappresentata dai mezzi di comunicazione, di qualsiasi tipo essi fossero. L’approccio fieristico e convegnistico consente, in particolare, di far “toccare con mano” le tecnologie più innovative e fornire aggiornamenti sulle evoluzioni possibili; è chiaro che le attività degli organizzatori, come noi siamo, sarebbero però meno incisive senza il lavoro di preparazione effettuato dai media e senza la loro capacità di amplificare i messaggi.
L’Italia sembra soffrire – più di altri Paesi – la sindrome Nimby. Il no o a priori alla costruzione di un nuovo impianto, di un elettrodotto, di un rigassificatore, sembra la posizione dominante. Come superare o almeno attenuare questa anomalia?
RITENGO CHE IL NOSTRO PAESE,
NEL CAMPO DEL RISPARMIO ENERGETICO,
ABBIA SVILUPPATO PERCORSI
LEGISLATIVI E INFORMATIVI
PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVI
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A livello comunitario il nostro Paese è tra quelli che maggiormente soffrono di una dipendenza energetica, che diventa una criticità economica con implicazioni ambientali – si pensi agli impegni di Kyoto – ma anche politiche. Questi sono anni di transizione nei quali si è passati da una gestione monopolistica dell’energia ad una apertura di mercato verso la liberalizzazione. Un processo non semplice da gestire a livello politico se si considera che l’energia, oltretutto è materia concorrente tra Stato e Regioni e diventa sempre più difficile pensare ad una pianificazione nazionale superando le inevitabili implicazioni locali. Negli anni passati si sono commessi degli errori e molti territori soffrono di una inaccettabile concentrazione di impianti di produzione. Sebbene l’evoluzione tecnologica renda le nuove installazioni a minore impatto ambientale, la preoccupazione diffusa permane e i cittadini, nel dubbio, preferiscono opporsi a qualsiasi scelta. Per superare questa barriera, che è anche culturale, sono necessarie due azioni che vanno portate avanti in modo sinergico. In primo luogo occorre un maggiore sforzo per ridurre i consumi di energia, promuovendo l’efficienza energetica. I margini di miglioramento, in questo caso, sono molto maggiori di quanto possa sembrare.
E la seconda azione?
Penso sia necessario ripensare ai network energetici, passando da una logica fortemente centralizzata di produzione di energia, che poteva avere senso in un modello monopolistico, ad una logica di produzione distribuita. Più impianti, quindi, ma di potenza inferiore e dimensionati per i bacini nei quali risiedono. Il che significa un minore impatto, sicuramente più accettabile per gli utenti. Anche se in modo non rapido ci stiamo avviando in questa direzione. Occorrerà sicuramente accelerare perché il tempo che abbiamo a disposizione non è infinito.
Le manifestazioni fieristiche si qualificano come vetrina dell ’innovazione. L’Italia, però, sembra lamentare un forte ritardo generalizzato in termini di ricerca e sviluppo. Vale anche per il vostro comparto? Un evento fieristico può avere un ruolo propulsivo?
Il ritardo delle istituzioni italiane è in parte una conseguenza della difficoltà di conciliare esigenze “mondiali ” con le caratteristiche economiche,politiche e sociali di ogni singola nazione. Ritengo che il nostro Paese, nel campo del risparmio energetico, abbia sviluppato percorsi legislativi e informativi particolarmente significativi. Da parte nostra, abbiamo da sempre cercato di essere in linea con i rappresentanti delle istituzioni nell’individuazione dei temi più attuali da proporre al nostro pubblico, coinvolgendo anche enti di ricerca e Università per garantire spunti di innovazione e prospettive reali che, in questo campo, sono importanti.
Le aziende italiane sono competitive rispetto ad una concorrenza sempre più aggressiva? Nelle tecnologie energetiche esistono dei poli di eccellenza?
LA FORTE PRESENZA DI AZIENDE ITALIANE, ANCHE QUEST'ANNO A NEXT ENERGY, CONFERMA LA DETERMINAZIONE
DELLE NOSTRE IMPRESE NELL'AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE |
Quella della concorrenza, non solo aggressiva ma a volte sleale, è una preoccupazione che rischia di mettere in crisi molte delle nostre aziende. La contrazione del mercato immobiliare, rilevata dagli operatori a partire dalla metà dello scorso anno, ha aggiunto un ulteriore problema da superare, quello del mercato interno. Non voglio banalizzare, ma di fronte ad ogni crisi la migliore risposta è l’innovazione tecnologica e l’adattamento alle nuove esigenze di mercato. Le nostre aziende, pur nella consapevolezza di un mercato più difficile, hanno tutte le carte per superare questa nuova sfida. Innovazione e cambiamento, quindi, con una particolare attenzione ai nuovi mercati che si stanno aprendo, mercati che prima erano di nicchia.
Mi riferisco a quelli dell’efficienza energetica e delle tecnologie per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili, mercati che solo da pochi, pochissimi anni si stanno aprendo, ma che garantiscono una crescita esponenziale per chi intende investire in queste direzioni. Le nostre aziende non sono state a guardare,basta osservare come sono cambiate le merceologie dei prodotti presentati a Mostra Convegno. La forte presenza di aziende italiane anche quest’anno, nonostante gli elementi di criticità prima citati, conferma la determinazione delle nostre imprese nell’affrontare le nuove sfide.
Come è possibile difendere il Made in Italy? La concorrenza dei Paesi emergenti spesso si gioca sul prezzo più che sulla qualità… e non di rado i prodotti nostrani vengono “clonati”.
Le fiere rappresentano per le aziende uno dei momenti di maggior visibilità per il lancio di nuovi prodotti ed è per questo che MCE, Next Energy ed Expobagno si sono impegnate a tutelare attivamente gli espositori dalla concorrenza sleale durante i giorni delle manifestazioni.
Dopo il successo ottenuto nella scorsa edizione, anche per quella 2008 abbiamo quindi avviato il Comitato difesa proprietà industriale e intellettuale Anima – Mostra Convegno Expocomfort/Expobagno, uno strumento innovativo per rimuovere dallo stand il pezzo contraffatto, accelerando i tempi previsti dall’iter burocratico della legge italiana, una volta che questo organismo abbia accertato la violazione dei diritti di proprietà industriale e intellettuale. Sarà poi facoltà dell’espositore decidere di avviare un’azione legale a tutela dei propri diritti.
Il comitato è composto da esperti designati da Anima e offre a tutti gli espositori di MCE ed Expobagno 2008 servizi di informazione, di tutela e di intervento nell’ambito del Servizio proprietà industriale e intellettuale. Al servizio di informazione, attivo nei giorni e negli orari di apertura dell’esposizione,contribuiscono esperti in materia di brevetti, marchi, design industriale e diritti d’autore per illustrare alle aziende le opportunità messe a disposizione dalla legge a tutela dei prodotti.
Il servizio di tutela, realizzato e gestito da un comitato ad hoc costituito da giuristi ed esperti nominati da Anima, viene attivato nei giorni della manifestazione su istanza dell’espositore che si ritiene leso. Le aziende espositrici, al momento dell’iscrizione alle due manifestazioni, sottoscrivono l’accettazione del documento che regolamenta il Servizio,sancendo l’autorità del Comitato, istituito per tutelarle dalla presenza di imitazioni in fiera.
Certamente non basta solo incrementare R&S. Occorre che poi le innovazioni raggiungano in modo capillare l’utenza. Quanto una adeguata politica di incentivi può favorire la diffusione di soluzioni virtuose per l’ambiente tra i cittadini? E a quali altri strumenti ci si potrebbe affidare?
Gli incentivi della scorsa Finanziaria hanno sicuramente agevolato una diffusione delle nuove tecnologie energetiche in un ampio spettro di soluzioni, dalla caldaia efficiente agli impianti solari. Ma hanno soprattutto diffuso la consapevolezza di quanto si possa effettivamente fare per ridurre – e di molto – i consumi energetici. Per un Paese come il nostro, che ha investito di più in incentivi (il 55 per cento di detrazione fiscale è davve- ro tanto, per non parlare poi del Conto Energia sul fotovoltaico e delle forme di agevolazioni ulteriori promosse a livello locale e cumulabili con quelle nazionali) i risultati avrebbero dovuto essere maggiori di quelli previsti. La nuova Finanziaria non solo conferma queste agevolazioni ma le estende per i prossimi tre anni. Una boccata di ossigeno per le nostre aziende, che posso- no programmare una politica di più ampio respiro e quindi investire di più, accelerando la trasformazione in atto. Non va trascurato un aspetto importante che questa volta pone le nostre imprese in una situazione privilegiata. Per far crescere un mercato e per diventare più competitivi non basta produrre manufatti di qualità. È anche necessario curarne la distribuzione, fornire un supporto tecnico, garantire una assistenza post-vendita. Le nostre aziende possono contare su reti di distribuzione, supporto e assistenza consolidate, che sapranno stare a fianco dei cittadini interessati a portarsi l’innovazione in casa. L’assistenza, la competenza e la dimostrazione che le tecnologie virtuose per l’ambiente funzionano è lo strumento più efficace per allargare il mercato.
Quali sono i contenuti e le finalità dell’edizione 2008 di Next Energy??
I principali fili conduttori di Next Energy 2008 saranno, come sempre, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili. In particolare, nel corso dei convegni si affronteranno temi come la promozione e l’incentivazione per l’utilizzo delle energie rinnovabili e per il risparmio energetico; le caratteristiche e le normative che regolano l’utilizzo anche in Italia delle biomasse; le prospettive del solare termico e del fotovoltaico in Italia e l’efficienza energetica degli edifici.
Per quanto riguarda le iniziative speciali, all’interno di Next Energy i visitatori potranno trovare Verso la classe A, un percorso interattivo attraverso prodotti e sistemi edilizi, impianti e fonti di energia; Living Expo, un’area dedicata a domotica, e building automation; il Percorso dell ’Efficienza Energetica, un itinerario che consente di individuare con facilità i prodotti presenti in fiera che rispondano ai requisiti previsti dalle recenti normative in materia; Next Energy Award, il concorso rivolto ai progettisti di tutto il mondo che seleziona i progetti all’avanguardia in campo energetico.
E quali sono i settori emergenti?
AVREBBE POCO SENSO SE UN'ITALIA
FINALMENTE LANCIATA
NELLO SVILUPPO DELLE RINNOVABILI
DOVESSE POI COMPRARE ALL'ESTERO
TUTTI GLI IMPIANTI, LE TECNOLGIE,
I PRODOTTI DI CUI HA BISOGNO
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Next Energy 2008 si presenta nella sua quarta edizione ma occorre considerare che Mostra Convegno è biennale, quindi l’evento è presente “sulla scena” da più di otto anni. La sua prima edizione era giustificata dall’obiettivo di concentrare in un unico spazio il meglio delle tecnologie energetiche, dalla cogenerazione alle rinnovabili. In sei anni sono cambiate tante cose; ma soprattutto è cambiato il mercato e le nuove tecnologie efficienti si possono percepire praticamente in ogni stand. È cambiata quindi la mission di Next Energy che è divenuto un elemento catalizzatore di quello che sarà, di come si evolveranno le tecnologie energetiche efficienti in un mercato – quello di Mostra Convegno – che non è un mercato di nicchia ma “il mercato delle tecnologie impiantistiche”.
La cosa nuova di quest’anno, all’interno di Next Energy, è l’evento Verso la classe A attraverso il quale si vuole dimostrare, e fare toccare con mano, come il raggiungimento degli obiettivi di una maggiore efficienza energetica debba passare attraverso una concezione globale dell’edificio utilizzando il meglio delle tecnologie non solo impiantistiche ma anche relative all’involucro. Quest’anno non emergerà un settore in particolare ma un concetto importante, quello dell’approccio integrato. Non mancheranno naturalmente i convegni. Ricordiamoci che il 2008 è un anno di svolta, nel quale si potrà e si dovrà confrontare quello che si è fatto e quello che si potrà e si dovrà fare. Quali saranno, insomma, le nuove energie per sostenere le sfide che il nostro Paese dovrà affrontare.
Proponete qualcosa in più rispetto ad altre manifestazioni? In che cosa volete distinguervi?
La differenza sostanziale? È che parliamo di politica energetica e ci prefissiamo l ’obiettivo di fornire strumenti e indicazioni ai tre attori più interessati al problema: industria, professionisti, istituzioni. Vorremmo che questi soggetti possano uscire dai padiglioni della nostra manifestazione avendo le soluzioni, le tecnologie, la cultura, per dare un nuovo impulso a una politica energetica nazionale che manca da troppo tempo. Senza trascurare l’importanza di promuovere anche una nuova politica industriale, indispensabile supporto di quella energetica. Perché avrebbe poco senso se un’Italia finalmente lanciata nello sviluppo delle fonti rinnovabili dovesse poi comprare all’estero tutti gli impianti, le tecnologie,i prodotti di cui ha bisogno.
Non sarebbe meglio parlare finalmente di una politica energetica europea, uscendo dall’ambito – ormai ristretto – nazionale?
Oggi nemmeno in Europa esiste una vera politica energetica. L’Europa dovrebbe avere il coraggio di sedersi ad un tavolo con gli Stati Uniti e decidere una volta per tutte se si vuole affrancare dalla dipendenza dal petrolio. Ma questa volontà non sembra emergere.
Anche per questo penso che sia meglio che l’Italia tracci prima di tutto un proprio percorso. E decida come gestire il suo rapporto con il petrolio e con il gas (con un obiettivo strategico di lungo periodo daqui ai prossimi 20 anni) e come promuovere le rinnovabili. Anche perché il nostro Paese su alcuni aspetti ha già una posizione di eccellenza, non deve inseguire. Prendiamo il caso dei consumi in ambito domestico. Abbiamo calcolato che un’unità abitativa di prestigio in Italia, utilizzando contemporaneamente tutti gli elettrodomestici, gli apparecchi, gli impianti di riscaldamento o raffrescamento, l’illuminazione di cui può essere dotata, assorbirebbe al massimo 12 kWh. Negli Usa, già qualche anno fa, calcolavano un valore più che doppio.
Che cosa si aspetta da voi il visitatore? Come è cambiato il suo profilo rispetto alla prima edizione?
Il nostro visitatore ha due esigenze primarie: risparmiare sulla bolletta energetica e trovare soluzioni per migliorare o ampliare il proprio business. Anche attraverso una maggiore chiarezza normativa e progettuale, elemento che oggi in parte manca.
La scelta della biennalità non vi penalizza?
Se si vuole essere davvero innovativi occorre seguire il ciclo di vita industriale, e i tempi dell’innovazione industriale non sempre sono così rapidi da presentare novità significative ogni dodici mesi. È pur vero che l’evoluzione e la richiesta di innovazione nello specifico settore dell’efficienza energetica sono così alte che un appuntamento biennale potrebbe lasciare dei buchi. Questo è il motivo che ci ha portati, lo scorso anno, a organizzare – proprio con Next Energy – due appuntamenti importanti che abbiamo chiamato Road Show. Uno a Roma e uno a Torino. L’idea è quella di riproporre questa iniziativa anche nel 2009. D’altra parte noi utilizziamo molto anche la comunicazione on line; questo ci permette di garantire ai nostri visitatori (reali o virtuali che siano) un aggiornamen- to continuo.
Il termine nucleare è “bandito” da Next Energy?
No. Semplicemente, non ne parliamo perché non c’è un interesse industriale concreto e immediato. Pensiamo che l’orizzonte energetico italiano possa essere diviso in tre fasi: di breve termine (i prossimi 3 anni), di medio termine (da qui a 10 anni), di lungo termine (nell ’ordine dei 20 anni). Per il breve termine le tecnologie vincenti sono quelle del risparmio energetico, dei rigassificatori, dei termovalorizzatori, del fotovoltaico. Le scelte strategiche possono riguardare l ’accordo con i Paesi dell’Africa Mediterranea per costruire in loco centrali solari; l’ampliamento dei network di collaborazione con altri Paesi, e più in generale la consapevolezza di dover uscire dalla logica delle soluzioni di emergenza. Il nucleare, inevitabilmente, investe una visione di lungo periodo. Anche perché, almeno in Italia, si tratterebbe di dover prima di tutto ricostruire quasi da zero una classe di esperti, di competenze, di ricercatori.
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