Transizione nel segno dei Gemelli (digitali) |
Transizione nel segno dei Gemelli (digitali)
di Roberto Napoli - emerito Politecnico di Torino, Consigliere Ordine Ingegneri Provincia di Torino
Le vere transizioni marcano passaggi rivoluzionari, che modificano profondamente la società e i processi industriali. Anche nel settore dell’energia siamo alla vigilia di una grande rivoluzione tecnologica, che avrà come protragonisti l’Intelligenza Artificiale e la robotica
Quando si parla di transizione energetica, l’enfasi mediatica è scontata. Negli anni si sono susseguiti diversi tipi di transizione, legate dal filo conduttore dell’evoluzione tecnologica dei processi industriali. La prima rivoluzione industriale (Industria 1.0) cominciò in Inghilterra nel 18° secolo e fu caratterizzata dalla meccanizzazione della produzione, con il passaggio dall’energia motrice animale a quella messa a disposizione dai motori a vapore.
La seconda rivoluzione industriale (Industria 2.0) inizia nel XIX secolo ed è legata all’avvento dei motori elettrici e delle produzioni di massa, con le catene di montaggio. La terza rivoluzione industriale (Industria 3.0), del XX secolo, è contrassegnata dallo sviluppo dell’elettronica, dell’informatica e dei controlli automatici. La quarta rivoluzione industriale (Industria 4.0) viene considerata nascere nel primo decennio del secolo attuale, con il battesimo fatto risalire al World Economic Forum 2016 (Mastering the Fourth Industrial Revolution).
La globalizzazione dei mercati spinge a trovare nell’innovazione tecnologica
la soluzione per ridurre i costi di produzione, migliorare l’organizzazione e rimanere competitivi, introducendo lo smart manufacturing e lo smart working. Lo smart manufacturing parte dalla disponibilità di Internet per creare e sfruttare reti di sensori e attuatori, programmando azioni complesse anche a distanza.
Le attività di servizio e i prodotti industriali diventano sempre più complessi, rendendo necessaria una diversa organizzazione del lavoro, con straordinarie possibilità di flessibilità e di risparmio, di solito tagliando lavoro umano a beneficio di sistemi robotici. I grandi prodotti industriali contengono ormai componenti che possono essere prodotti in diverse parti del mondo, per essere poi assemblati in un posto privo di strutture e personale adeguato (ma coadiuvato in loco da guide virtuali che trasferiscono il risultato di competenze anche distanti). [...]
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