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Riforma del mercato elettrico: PPA e CfD, attenti a quei due Stampa E-mail

Riforma del mercato elettrico:
PPA e CfD, attenti a quei due

di Guido Bortoni / Presidente CESI

POWER PURCHASE AGREEMENT E CONTRACT FOR DIFFERENCES SONO FONDAMENTALI PER IL REDESIGN DEL MERCATO ELETTRICO E SICURAMENTE VANTAGGIOSI PER RIDURRE LA VOLATILITÀ DEI PREZZI, A CONDIZIONE CHE SIANO DISEGNATI ATTENTAMENTE. TRE MOTIVI PER CUI PPA E CFD POSSONO ESSERE CONSIDERATI SOLUZIONI VINCENTI

Il percorso di decarbonizzazione europeo vede le fonti rinnovabili come asse portante dell’evoluzione del mix energetico, prevedendo per queste ultime tassi di crescita straordinari. Questo processo evolutivo si concentra principalmente sul settore elettrico, il più propenso a integrare maggiori volumi di fonti rinnovabili rispetto ai settori termico e dei trasporti.

Ciò comporta, necessariamente, una revisione della struttura dei mercati elettrici, che fino ad oggi hanno avuto le fonti fossili al centro del mix energetico, fonti caratterizzate dai predominanti costi variabili delle materie prime utilizzate come energia primaria. In passato, la partecipazione ai mercati energy-only di breve termine, in cui è remunerata solo l’energia prodotta,
era guidata dalla necessità di coprire i costi variabili e sfruttare la rendita
infra-marginale per la remunerazione dei costi fissi di impianto o di portafogli di impianti.

Per risolvere l’eventuale problema di insufficiente remunerazione (il cosiddetto missing money) - che avrebbe potuto portare alla chiusura degli impianti convenzionali e a una potenziale inadeguatezza del parco di generazione per coprire la domanda - sono stati introdotti vari meccanismi di mercato a lungo termine, come il capacity market italiano del 2018, completamente integrato con il mercato spot.

L’emergente parco energetico da fonti rinnovabili ipo-programmabili (solare ed eolico) impone, invece, un’attenzione crescente verso una remunerazione certa e di lungo termine dei costi fissi dell’investimento in rinnovabili, avendo queste ultime costi variabili trascurabili. In altre parole, le rinnovabili elettriche, ormai competitive rispetto alle fonti convenzionali, preferirebbero una remunerazione più bassa, ma certa e pluriennale, dei costi Capex d’investimento piuttosto che essere soggette agli andamenti di un mercato spot, dai prezzi altamente volatili. Per inciso, la volatilità dei prezzi è una diretta conseguenza del mix con più rinnovabili ipo-programmabili e più diffuse sul territorio.

Insomma, paradossalmente, quanto più le rinnovabili entrano nel mercato (così com’è oggi), tanto più aumenta l’incertezza per le rinnovabili di entrarvi. Non proprio un bell’esempio di incentivo all’integrazione!

Il quadro regolatorio italiano ed europeo sta progressivamente orientandosi verso forme di contrattazione di medio-lungo termine dell’elettricità a prezzo definito per diversi anni, fornendo segnali di lungo termine per gli investitori in impianti rinnovabili. I principali strumenti a disposizione sono i PPA (Power Purchase Agreement) e i CfD (Contract for Differences): il primo riguarda accordi tra privati, mentre il secondo coinvolge una controparte pubblica.

La Commissione Europea ha incluso tali meccanismi nella proposta di Regolamento per la riforma del mercato elettrico (EMRD - Electricity Market Redesign), pubblicata lo scorso marzo e ora all’esame di Parlamento e Consiglio.
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